Amanda l’ho conosciuta all’università.
Io studente fuoricorso, lei al secondo anno.
Per uno scherzo del mio piano di studi mi sono trovato a sostenere un esame complementare insieme ad una caterva di matricole che palesavano una tensione assurda per un esame abbastanza inutile.
Io, dall’alto delle mie 20 materie, aspettavo un inevitabile 30 sul libretto lei invece fumava fuori rovinando ancora di + delle fotocopie già usurate.
Non ci fu la classica “simpatia a prima vista”.
Lei mi guardava con l’aria di chi pensa: ma chi ti credi di essere??
Io la guardavo con l’aria di chi pensa: mi sembri nevrotica, ma hai un viso davvero particolare.
Mentre la osservavo sentì l’assistente pronunciare il mio cognome e il pensiero si spostò sull’esame e sull’inevitabile successone, eh si le materie complementari erano il mio pezzo forte e difficilmente mancavo l’appuntamento con il 30.
Finito l’esame, e osservato sul libretto un incomprensibile 28, sentì chiamare anche Amanda (a dire il vero scoprìì in quel occasione il suo nome) ma, dopo un sussulto, non la vidi entrare in aula e l’assistente dopo 5 secondi di invana attesa pronunciò un altro insignificante nome e cognome.
Uscito fuori dall’aula la vidi scendere le scale con la velocità di un centometrista e, il motivo me lo chiedo ancora oggi, la chiamai dalla tromba delle scale.
Lei si voltò e con un fare interrogativo disse: Ma ci conosciamo??, ed io: non ancora!
La risposta per quanto brillante, in quell’occasione, non sortì un effetto positivo ed infatti dopo 5 minuti di conversazione mi liquidò con un: ci becchiamo in facoltà, tanto io seguo parecchi corsi.
Un pò sfuggevole Amanda in questa occasione, ma forse non aveva ancora carpito bene il tuo sguardo ammaliatore, sai la tensione per l’esame forse le aveva appannato un pò la mente e la vista.
Ciao Erozero77 che bello rileggerti.
Un saluto e buona giornata da Gabry