Liberamente tratto da un diario qualunque (18 parte)

Mi ricordo sempre con piacere di un collega di università, tale Luca, il quale aveva fatto il corso di sommelier, e, per giustificare la spesa di 400 euro, in ogni cena aspettava le ordinazioni di tutti quanti per poi guardare per dei minuti interminabili la lista dei vini ed esclamare: il vino deve essere abbinato in modo accurato a ciò che si mangia altrimenti è meglio prendere quello della casa e accontentarsi.

A questa frase seguivano sempre dei secondi di silenzio da parte dell’intera tavolata.

Poi ognuno capiva che non voleva dire nulla e ognuno continuava a ordinare per sè.

Quella sera io, invece, avevo fatto il percorso contrario.

Entrato in una tipica birreria di Colonia avevo tempestivamente bevuto 2-3 spine piccole e soltanto dopo avevo ordinato un piatto che tradotto voleva dire più o meno: Il piatto del Macellaio.

Amanda aveva chiesto una coca cola e il cameriere l’aveva guardato con uno sguardo misto di stupore e compassione, mentre per la carne aveva indicato un cosciotto con una salsina che aveva visto divorare in un tavolo accanto da una ragazza apparentemente fine e delicata.

Alla quarta birra da 20 cl Amanda mi aveva guardato male.

– Ma non ti sembra di esagerare?

– E’ troppo tempo che aspetto questo momento.

– Si ma ricordati che siamo a piedi ed io non posso trasportarti fino all’albergo.

– Io di queste ne bevo dieci e cammino dritto senza problemi.

Avevo risposto così con lo sguardo di chi non dice mai nulla fuoriposto.

Alla fine, invece, mi ero fermato a 6 birre, ma considerato che erano soltanto le 2 del pomeriggio non ci sarebbero stati ostacoli particolari ad arrivare a dieci.

Amanda aveva gustato il cosciotto e aveva guardato abbastanza schifata il mio piatto in cui effettivamente c’erano alcuni pezzi di carne poco rassicuranti di aspetto.

Usciti dalla birreria, io francamente sarei tornato in albergo per un ora di riposo ma la corsetta di Amanda verso un centro commerciale mi aveva subito disilluso.

Stavolta,però, avevo deciso di seguirla visto che non potevo permettermi di rimanere piantato ad attenderla per chissà quanto tempo come era capitato soltanto qualche ora addietro.

Amanda guardava i prezzi di moltissimi articoli e per ognuno commentava qualcosa.

Francamente insopportabile, soprattutto per me che in quel momento avevo bisogno di un bagno per la classica mega-pisciata post birra.

Dopo un’ora, miracolosamente, Amanda mi chiese se eravamo molto distanti dall’albergo visto che voleva andare a darsi una rinfrescata.

– Tesoro in 10 minuti siamo in albergo.

Avevo risposto così, ma il tesoro non so da dove era uscito anche se probabilmente era la birra che parlava.

 

 

 

 

Liberamente tratto da un diario qualunque (18 parte)ultima modifica: 2008-02-25T23:22:51+01:00da erozero77
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5 pensieri su “Liberamente tratto da un diario qualunque (18 parte)

  1. Di solito si dice ” in vino veritas” ma credo che si possa abbinare anche alla birra, ed il Tesoro, detto ad Amanda, non era solo frutto dell’alcol , a te Amanda stuzzica parecchio e chissà che alla fine, tu riesca nel tuo intento.

    Ho sorriso di gusto alla tua espressione ” per la classica mega-pisciata post birra”

    Ciao Erozero buona giornata e alla prossima puntata, sei bravo a scrivere, complimenti!

  2. …beh hai parlato di birra e non potevo certo mancare…se guardi il mio blog te ne puoi rendere conto….comunque bello il racconto…in più quoto in pieno qualcuno li sopra che dice che sta Amanda ti stuzzica parecchio…adesso però mi dovrò leggere tutto…indi ti aggiungo tra i preferiti…ci si vede!

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