Liberamente tratto da un diario qualunque (20 parte)

Il pomeriggio era volato via molto velocemente, quasi come gli ultimi minuti di una partita in cui la tua squadra del cuore sta perdendo di un gol.

Amanda era entrata in almeno 30 negozi ed io l’avevo seguita a ruota come un cagnolino fedele segue la sua padrona, anche se ,in un sussulto d’orgoglio, avevo preteso di entrare in un negozio di articoli sportivi dove campeggiavano migliaia di magliette di tutte le squadre europee.

Alla fine del giro Amanda aveva acquistato due anellini, una sciarpa, e un paio di scarpe Camper, e curiosamente non aveva provato alcun capo disattendendo in maniera preventiva la sua promessa di farmi assistere alle prove in camerino.

In un negozio di accessori, avevamo parlato qualche minuto con una coppia di fidanzati di Catania che sentendoci parlare aveva sentenziato: Siciliani anche voi!

Sinceramente parlando, per circa dieci minuti mi erano anche risultati simpatici ma quando poi hanno paventato l’opportunità di visitare la città insieme avevo inventato la classica scusa non impeccabile ma convincente per un interlocutore sconosciuto.

Amanda aveva catalogato la coppietta come molto carina, io non ero stato così generoso nel commento visto che il ragazzo, imprudentemente, aveva confessato di odiare la birra e di non capire come potessero berne tanta i tedeschi.

Io, ad ogni modo, per testare la reazione di Amanda avevo commentato in maniera oltremodo positiva le bocce della Catanese, e lei cadendo nella provocazione si era ammutolita per circa un minuto salvo poi dire: Beh, non ti credere che avesse tutto questo gran seno, l’avrà più o meno quanto il mio.

– Purtroppo io il tuo non l’ho mai visto e quindi non sono molto adatto a giudicare.

– Il tuo giudizio non mi interessa.

Dopo questo scambio di battute Lei aveva accelerato decisamente il passo ed io, stranamente, non mi sentivo assolutamente colpito da questo cambio di atteggiamento, quasi come se la mia speranza fosse quella di smuovere qualcosa o in positivo o in negativo.

Comunque, dopo qualche minuto di quasi-footing il suo passo si era arrestato.

– Ragazzino, offrimi un gelato così ci sediamo che sono molto stanca.

– Prima corri e poi sei stanca.

Si era seduta subito non raccogliendo in alcun modo la mia provocazione.

Dopo varie trattative con il cameriere aveva ordinato una coppa di gelato costosissima, io invece ero rimasto fedele alla birra alla spina incurante degli effetti nefasti che avrebbe prodotto sulla mia pancetta e sul mio colon irritabile.

Avevo pensato: si vive una volta sola, e che cazzo!

Appena il cameriere si era presentato con il conto Amanda aveva estratto il portofaglio dalla borsa ma io, imprudentemente, l’avevo bloccata dicendo che per il primo giorno di permanenza a Colonia lei era spesata di tutto.

14 euro per una coppa di gelato e una spina piccola, questo era stato il prezzo della mia galanteria.

Tutto sommato, però, rimaneva soltanto la cena e poi la giornata di Amanda a carico mio sarebbe finita….

 

  

 

 

Liberamente tratto da un diario qualunque (20 parte)ultima modifica: 2008-03-09T18:34:19+01:00da erozero77
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Un pensiero su “Liberamente tratto da un diario qualunque (20 parte)

  1. Ah ah…il sogno americano!!
    Dear Friend of Blog,
    è con gran gioia che leggo il tuo commento e da oggi mi avrai come commentatore del tuo Blog.
    CIAO da Ciccio

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